Ogni riferimento a cose, persone, animali, città, fiumi, governi, marche d'automobili realmente esistiti o esistenti è da ritenersi assolutamente non casuale. Se doveste mai ritenervi offesi dai contenuti del mio blog, ricordatevi che nessuno vi ha invitati. Addio.
3 Comments:
Clamorosa sconfitta della maggioranza in aula al Senato che ha votato la proposta del capogruppo di Forza Italia Renato Schifani di anticipare le comunicazioni del presidente del Consiglio Romano Prodi sul caso Telecom Italia da giovedì 28 a giovedì prossimo, ma è molto probabile che il premier non andrà a Palazzo Madama.
La nuova proposta di calendario è passata con 151 voti a favore, 148 contrari ed 1 astenuto.
La proposta di calendario avanzata dall'Unione prevedeva invece l'intervento di Prodi per il 28 settembre, nello stesso giorno fissato per le sue comunicazioni alla Camera, come aveva deciso poche ore prima la riunione dei capigruppo di Montecitorio.
"A questo punto, preso atto del voto del Senato, è evidente che l'informativa del presidente del Consiglio Romano Prodi si terrà inevitabilmente alla Camera dei Deputati", ha detto in serata il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, in una nota.
Si tratta di vedere ora chi del governo si recherà giovedì prossimo in Senato, se Prodi, impegnato in questi giorni a New York all'Assemblea generale dell'Onu, confermerà di non andarci.
La votazione di oggi dimostra comunque quanto sia difficile la gestione dell'aula per la maggioranza al Senato dove dispone di una maggioranza di pochi voti e bastano alcune assenze o defezioni per ribaltare i rapporti di forza.
Fonte: Reuters
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Caro Romano, il conto alla rovescia è iniziato.
Prima le tue clamorose ingerenze nelle politiche aziendali private, poi, dopo aver lanciato il sasso, non solo nascondi la mano ma anche la tua bella faccia da culo. Dove? Ma in Cina, naturalmente. A predicare l'imminente rimozione dell'embargo legato al commercio d'armi vigente in Cina fin dalle sanguinose repressioni di Piazza Tien An Men nel 1989.
Niente male per uno che pretendeva di promuovere una rinnovata competitività economica e che, al contrario, tende alla STATALIZZAZIONE delle aziende stesse.
Si vede lontano un chilometro che chi va con il comunista impara a zoppicare.
Fonte: ilpa
Il solito vizietto dei comunisti: creare serbatoi di voti per garantirsi il loro meccanismo clientelare.
concordo su tutto.
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