12.10.06

Buon viaggio, Clementina!



Riporto qui di seguito un articolo del quotidiano "Il Tempo"

Da rifare il processo che assolse Daki

La Cassazione ha rigettato il verdetto di assoluzione del gup Clementina Forleo, confermato in appello


È bastato poco tempo ai giudici della I Sezione penale della Cassazione - quattro ore, compresa la pausa pranzo - per decidere che è da rifare il processo d'appello per i tre nordafricani (Abdelaziz Bouyahia, Alì Toumi e Mohamed Daki) assolti, tra molte polemiche, dall'accusa di terrorismo internazionale sia in primo grado dal Gup Clementina Forleo (24 gennaio 2005), sia in secondo grado dai giudici dela Corte di Assise e d'Appello di Milano (28 novembre 2006). I magistrati di piazza Cavour si sono chiusi in camera di consiglio poco prima di mezzogiorno e ne sono usciti attorno alle quattro del pomeriggio. Considerando che hanno emesso sentenze anche su altri procedimenti, è evidente che la decisione sui tre presunti appartenenti alle fila del terrorismo islamico è stata presa senza contrasti. E questo nonostante la procura della Suprema Corte - nella requisitoria del sostituto procuratore generale, Vittorio Meloni - avesse chiesto la conferma delle assoluzioni dal reato più grave, e il rigetto del ricorso presentato dalla procura della Corte di Assise e di Appello di Milano firmato dal giudice, Laura Bertolè Viale. «Non sono dispiaciuto per la sentenza della Cassazione perchè, se ho sbagliato, mi fa piacere, ed è giusto, che venga corretto», ha commentato il giudice Santo Belfiore, presidente della terza corte d'assise d'appello di Milano che a novembre scorso decise l' assoluzione. Mentre il gip Clementina Forleo, il giudice che per prima prosciolse Daki e gli altri due tunisini coimputati, distinguendo nelle sue motivazioni il concetto di terrorismo da quello di guerriglia, si è limitata ad osservare che «trattandosi di un annullamento con rinvio per difetto di motivazione della sentenza d'appello, allo stato questa pronuncia non riguarda la mia sentenza». Reagisce con stupore Mohamed Daki, raggiunto telefonicamente a Casablanca. «Non capisco il motivo della sentenza della Cassazione, io sono innocente - dice - In primo grado è stato un solo giudice a decidere ma all'appello erano otto i giudici che hanno esaminato il mio caso. E adesso tutto questo non conta? Mi trovo in questa situazione solo perchè‚ avrei ospitato della gente per due giorni.. questo mi succede solo perchè‚ non sono nessuno». Il suo difensore, avvocato Vainer Burani, ha detto «Aspetto di leggere le motivazioni: rifaremo il processo, ma mi sembra singolare che la Cassazione abbia ribaltato ben due sentenze assolutorie». Ad avviso degli Ermellini, come si è appreso da indiscrezioni, ci sono «vizi di motivazione» nel ragionamento seguito dai giudici dell'appello per escludere la concretezza dell' accusa di terrorismo internazionale, punita dall'art. 270/bis del codice penale introdotto dopo l' attentato alle Torri Gemelle di New York. Proprio sulla configurabilità di questo reato, la I sezione penale ha, recentemente, tracciato un orientamento giurisprudenziale severo che mira a perseguire questo crimine anche se il progetto terrorista non viene portato a termine.

Vizi di motivazione, cara Clementina.

A buon intenditor, poche parole.

ilpa